sabato 6 luglio 2013

Nota ufficiale di "Badolato bene comune" del 04 Luglio 2013 - post operazione anti-'ndrangheta "Free Boat Itaca"

Il Movimento “Badolato Bene Comune” chiede l'arrivo di una Commissione d'accesso agli atti del Comune di Badolato e le dimissioni del sindaco Parretta.

 

Il Movimento civico "Badolato Bene Comune", rappresentando tutte le sue componenti (società civile, Udc, Badolato in Movimento, Partito Democratico) esprime la più profonda preoccupazione per lo scenario delineatosi a Badolato dopo l'operazione di polizia svoltasi all'alba del 3 luglio scorso. Dalle successive conferenze stampa di Forze dell'Ordine e Prefettura, dagli articoli e dagli stralci riportati da giornali e siti on line, emerge un quadro devastante per il nostro Comune, letteralmente sottomesso al sistema criminale del Comprensorio, con il sindaco di Badolato Nicola Parretta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dopo che la Procura ne aveva chiesto l'arresto. In un quadro che appare dominato da interessi di ogni tipo ruotanti attorno alla cosa pubblica, pur senza entrare nel merito del pesante quadro giudiziario, non possiamo che confermare la denuncia delle gravissime e costanti anomalie amministrative compiute nel nostro municipio in questi anni. Reputiamo, alla luce dei fatti, non più rinviabile l'arrivo di una Commissione d'accesso presso il nostro Comune, come d'altronde già lasciato intendere dal Prefetto di Catanzaro. La Commissione d'accesso nel nostro Comune appare strumento indispensabile per fare luce sulle più volte denunciate irregolarità amministrative e mettere una parola chiara sulle infiltrazioni mafiose nel nostro municipio, emerse dagli atti di questi giorni. Ancora in queste ultime settimane abbiamo letto deliberazioni comunali sconcertanti, ulteriori conferme di un quadro di totale anarchia e mancato controllo da parte degli apparati tecnico-politici che hanno retto le sorti di Badolato. Un disastro della cui portata non siamo neppure sicuri, risultando difficile quantificare i danni amministrativi e contabili dell'esperienza che – per fortuna di tutti – sta arrivando alla sua svolta più logica. Per tutta la recente campagna elettorale abbiamo denunciato tale situazione e, nonostante l'esito del voto, siamo rimasti – da subito – ben convinti delle nostre ragioni. Abbiamo subìto nel post elezioni dileggi e attacchi, perfino minacce di querele per avere fatto notare le anomalie della politica locale, mentre oggi siamo certi che i nostri elettori siano rinfrancati dall'avere fatto una scelta che sposava la lista migliore e l'interesse della collettività. La scelta giusta. Tale situazione, tuttavia, non è certo una nostra vittoria e le elezioni di un mese fa sono ormai alle spalle: siamo ben oltre la ripicca e siamo convinti che quello attuale possa diventare, al contrario, un momento di svolta totale per tutta la nostra comunità, indipendentemente dal voto espresso da ogni cittadino. Una collettività che deve uscire dal silenzio di paura che la sta avvolgendo, cercando di cogliere in questa difficile situazione l'opportunità per un cambio di passo radicale, come gli uomini delle Forze dell'Ordine e della Prefettura hanno chiesto alla società civile nella conferenza stampa in cui è stata rendicontata l'operazione di polizia.Lo Stato ha marcato una sua forte presenza anche da noi, e tutti sapevamo che Badolato non era un'isola felice. Sarebbe ipocrita prendersi in giro e negarlo. Ma tutti sappiamo pure che Badolato non è un paese diverso da tanti altri. La stragrande maggioranza dei concittadini è onesta e odia un sistema basato su malaffare e abusi. Ma deve saper invertire la tendenza autodistruttiva di questi anni. La precondizione perchè tutto abbia inizio passa per l'arrivo di una Commissione di accesso e, ovviamente, passa per le dimissioni che il sindaco di Badolato dovrà rassegnare al più presto. Si difenderà con tempi e modi che sceglierà, ma le vicende che lo stanno interessando non possono più coinvolgere il Comune e la cittadinanza. Troppe volte in questi anni i suoi interessi hanno cozzato con quelli della collettività e tante partite, come detto in campagna elettorale, sono ancora aperte. Una situazione che, alla luce dei fatti, non può più assolutamente continuare. 



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